La prima orrenda sensazione che ho sentito dopo aver letto il primo
messaggio era di una dolorosa, indegna “abitudine”, quasi “richiesta”,
domandata per poter vivere in America.
Una condizione cui dover sottostare, un pegno.
Quel messaggio era così semplice da sembrare consuetudine: “Hai sentito
della strage nella scuola?” come dire “adesso non posso” o “ti chiamo piu’
tardi”.
E’ successo di nuovo.
Il primo alert della CNN, ricevuto poche ore prima, in una mattina intensa
di lavoro, aveva catturato l’attenzione, aveva straziato i pensieri. Era pero’
rimasto poco approfondito.
“I just received an alert, but I haven’t
had chance to read. Is there any victim?” fu la mia risposta al primo messaggio, quello
semplice.
Il secondo messaggio, più complesso, quasi non lo ricordo. Ricordo molto di
più il colore della moquette, la distanza tra me e il muro, quella targhetta in
ottone con scritto “500”.
Perché quando l’emozione è troppo forte non riesco a pensare e mi muovo per
immagini. Quel messaggio rimbombava nella mia testa.
27.
Ero seduta alla mia scrivania, immobile.
E quel senso di abitudine?
Riuscivo a pensare e a dire davvero poche cose, sconclusionate, sconnesse.
Eppure quel senso di “abitudine” brutale, disumano, indegno, per un attimo
lo avevo sentito, il tempo di prendere l’ascensore, prima che arrivassero i
dettagli, ma comunque era stato li, vergognoso.
Da dove veniva?
Dall’ “ordine naturale delle cose”,
perché è loro cultura.
In Italia c’e’ la corruzione congenita in politica, in America le carneficine nelle scuole, nei mall.
Il possesso di un’arma da fuoco è in parte legato al concetto di “libertà”,
molto più di quanto si pensi. Forse perché è semplicemente impensabile in
Europa.
Ci sono le lobby, c’è la destra conservatrice, c’è il secondo
emendamento della Costituzione che ribadisce il diritto ad armarsi.
Dice Cliff Stearns, parlamentare Repubblicano e avvocato del diritto alle
armi:
Not only is the right to be
armed a Constitutional right, it is also a fundamental
natural right.
D’altra parte, Larry Pratt, direttore esecutivo del Gun Owners of America
commenta:
“Gun control supporters have the
blood of little children on their hands. Federal and state laws combined to
ensure that no teacher, no administrator, no adult had a gun at the Newtown
school where the children were murdered. This
tragedy underscores the urgency of getting rid of gun bans in school zones.”
Una questione culturale. Un’evenienza, con cui tecnicamente potremmo anche dover
fare i conti, secondo la legge delle probabilità.
Anche la follia, come la libertà, trova il suo posto nell’ordine naturale
delle cose.
La libertà di esser folli. Prendiamola così. E’ difficile, difficile,
impossibile da spiegare, da accettare.
E’ un paese che dovrebbe cambiare, ma la sua natura riflette questo: uno
scherzo, una tragedia, un dramma, rientra nel senso più ampio della vita, dove
tutto può accadere e c’è davvero poco che si possa fare.
Scrive
Gregory Gibson sul New York Times, in memoria del figlio 18 enne, perso il
14 Dicembre del 1992 proprio a causa di una sparatoria avvenuta presso il
Simon’s Rock College in Massachusetts.
I came to realize that, in
essence, this is the way we in America want things to be. We want our freedom,
and we want our firearms, and if we have to endure the occasional school
shooting, so be it. A terrible shame, but hey — didn’t some guy in China just
do the same thing with a knife?
La verità è che:
More horrible still is the
inevitable lament “How could we have let this happen?”
It is a horrible question
because the answer is so simple. Make it easy for people to get guns and things
like this will happen. Children will
continue to pay for a freedom their elders enjoy.
L’economista Justin Wolfer ha usato invece twitter per condividere il suo
punto di vista:
Let's not talk about gun
control. It's too early, right? It's always too early. Except when it's too
late.
E l’Economist commenta:
It is too late for gun control in America. It's never
going to happen.
So this is just what one of America's
many faces is going to be: a bitterly divided, hatefully cynical
country where insane people have easy access to semi-automatic weapons, and
occasionally use them to commit senseless atrocities. We will continue to see
more and more of this sort of thing, and there's nothing we can realistically
do about it.
It is too late for gun control in America. It's never
going to happen.
Questo è ancora più vero alla luce dei recenti sviluppi delle indagini.
Un ragazzo ventenne, autistico, tre armi da fuoco di proprietà della madre,
legalmente denunciate. La prima vittima è stata proprio lei.
Che amava le armi. Come molti nella piccola comunità del Connecticut. A
volte portava i figli al poligono a sparare.
There
are many gun enthusiasts in this area, residents said.
When some people who live near the elementary school
heard the shots fired by Mr. Lanza on Friday, they said they were not
surprised.
“I really didn’t think anything of it,” said a
resident, Ray Rinaldi. “You hear gun shots around here all the time.”
E’ impossibile giudicare la storia di questa famiglia.
E’ meglio lasciare alla storia di ieri questi atroci avvenimenti, e provare
ad andare avanti, dover andare avanti, cercando di non abituarsi, rifiutando un
“ordine naturale delle cose” che dovrebbe non avere il diritto di esistere.
**Non è senso
di spettacolarizzazione. Gli americani hanno un profondo
genuino senso di appartenenza e di condivisione, che non viene intercettato da
una disgustosa morbosità. Si stringono, nella gioia e nel dolore, ed essendo un
paese tanto grande, la loro unione e la loro condivisione è possibile anche
grazie ai media.
Da qui la pagina web del New York Times.