mercoledì 23 febbraio 2011

Torna a casa Renzo

"Tornare a New York dopo quasi due anni di "esilio", dopo essere stato tanto lontano da lei, ha un effetto elettrizzante, piu' forte e autentico di quanto pensassi".
A Renzo trema la voce mentre mi abbraccia in un bar del Lower East Side, due anni, quattro mesi, tredici giorni e tanta nostalgia dall'ultima volta che ci siamo visti.
Ricordo come fosse ieri il giorno in cui mi telefono', in lacrime, dall'areoporto JFK. 
Era a pochi km da casa mia, eppure era lontanissimo.
Ci eravamo separati una settimana prima, proprio in questo stesso bar, il Tabac. "Fai il bravo in Italia!", "Vale anche per te, newyorkina".
Tornava a Jesi, giusto il tempo di stare fuori "quella magica settimana" che gli permetteva di rinnovare il visto. 
Trucchetto non sempre garantito, e infatti a sto giro gli ando' male, alla dogana vietarono l'ingresso.
Ereditai la sua chitarra, la felpa dei Mets e uno scolapiatti verde, da usare solo per i piatti importanti. 
Ma stasera la pasta e' tutta per noi.
"Mi chiedevo sara' cambiata o sara' sempre la stessa?" New York naturalmente, che cambia ad ogni istante e alla fine non cambia mai.
"Ho ritrovato quel miscuglio di suoni, odori, persone, razze, sogni, opportunita', che in nessun altro posto potrei mai trovare".
Adesso Renzo ha un nuovo visto e puo' finalmente rimescolarsi a tutto questo.
Bentornato amico mio.