giovedì 17 gennaio 2013

le luci le ombre


Se penso all’immagine delle donna nella tv americana e a quella della donna nel tv italiana, le due immagini non si sovrappongono mai.
Reality shows e silicone nascono in America, eppure qui le “donne della tv” sono riuscite a guadagnarsi uno spazio di credibilità mediatica mai oscena e soprattutto mai accessoria. Come? Forse, a guardar bene, tra reality shows e silicone, anche i movimenti di emancipazione femminile di metà novecento nascono in USA. E’ un problema di luci e di ombre, dove il “chi oscura cosa” diventa chiave di lettura.
L’America ha Barbara Walters, mostro sacro del giornalismo, ancora diligentemente in onda con “The View” dall’alto dei suoi ottanta e passa anni; ha Candy Crowley, conduttrice della CNN e mediatrice del dibattito presidenziale; ha Robin Roberts che da il buon giorno ogni mattina con “Good Morning America”; ha Oprah Winfrey, regina del talk show, con un impero mediatico e ben pochi tabù.
L’America ha anche altre donne, come le conigliette di playboy o le sorelle Kardashian. Ma laddove la varietà d’intrattenimento è rispettata, le prime fanno ombre alle seconde, la cui voce non ha eco.
In Italia accade in parte il contrario. Sono veline e soubrette, con stacchetti e scosse vertiginose ad adombrare le giornaliste che fanno informazione e denuncia. 
La loro voce non ha eco.