Se penso
all’immagine delle donna nella tv americana e a quella della donna nel tv
italiana, le due immagini non si sovrappongono mai.
Reality shows e
silicone nascono in America, eppure qui le “donne della tv” sono riuscite a
guadagnarsi uno spazio di credibilità mediatica mai oscena e soprattutto mai
accessoria. Come? Forse, a guardar bene, tra reality shows e silicone, anche i
movimenti di emancipazione femminile di metà novecento nascono in USA. E’ un
problema di luci e di ombre, dove il “chi oscura cosa” diventa chiave di
lettura.
L’America ha
Barbara Walters, mostro sacro del giornalismo, ancora diligentemente in onda
con “The View” dall’alto dei suoi ottanta e passa anni; ha Candy Crowley,
conduttrice della CNN e mediatrice del dibattito presidenziale; ha Robin
Roberts che da il buon giorno ogni mattina con “Good Morning America”; ha Oprah
Winfrey, regina del talk show, con un impero mediatico e ben pochi tabù.
L’America ha
anche altre donne, come le conigliette di playboy o le sorelle Kardashian. Ma
laddove la varietà d’intrattenimento è rispettata, le prime fanno ombre alle
seconde, la cui voce non ha eco.