mercoledì 21 marzo 2012

Good Easter

Impacchettato nel cellofan giallo, dallo scaffale non fa che pigolare.
Il suo nome – Peep – appare in grande evidenza sulla scatola. Non appena l’ombra della mia mano si allunga ad afferrarlo sgrana gli occhi neri come il pepe, trema nelle molli membra di marshmallow. Per quanto poco succulento sia, già lo sa, io lo mangerò. 
Domani è Pasqua e c’è poco da fare a New York.
E’ una festività minore, una domenica come tante, e sprovvisti di Pasquetta, i newyorkesi riversano la loro religiosità al banco dolciumi. I pulcini di marshmallow se la giocano con i bunnies – coniglietti al cioccolato candito.
L’esito è prevedibile: qualunque cosa sia coloratissima, calorica e assolutamente insapore ha la meglio in America.
Peep ha i minuti contati, dal pacchetto di cellofan pigola rassegnato.
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giovedì 15 marzo 2012

Colpi di fulmine



Il mio dirimpettaio, Brian, non esce da giorni.
Preoccupata da tanta vita ritirata, mi metto a cucinare.
“Ho fatto le lasagne!” è la scusa banale, l’obiettivo è assicurarsi che respiri.
Gli occhi gonfi non lasciano dubbi: problemi di cuore.
Così sensibile e romantico, Brian soffre di una sindrome a me sconosciuta: “colpo di fulmine” la chiamano.
Rimane spesso fulminato, al deli, a Central Park, in metropolitana.
Di solito non è corrisposto, e allora mi metto a cucinare per lui.
L’ultimo fulmine si è abbattuto mentre innaffiava le piante, la “tentatrice” abita al terzo piano, le finestre danno sul cortile.
“Ora convive con la compagna, e i miei gerani stanno morendo”, si lamenta Brian, e anch’io ad ascoltarlo mi rattristo un po’.
Tolgo la teglia dal forno, le lasagne sono sempre il miglior parafulmine possibile.

venerdì 2 marzo 2012

The Weekend

Avete aspettato più di un’ora al bancone del bar, ma adesso il vostro tavolo è pronto. 
Prendete posto con cura. 
Dispiegate il tovagliolo sulle ginocchia, davanti a voi. 
Assaporate il succo d’arancia, la polpa non spremuta. 
Masticate lentamente ogni boccone delle vostre Eggs Florentine con spinaci e salmone affumicato. 
Spalmate il burro con lentezza. 
E’ la prima volta, durante la settimana, che non divorate un pasto in dieci minuti.
E’ la prima volta, durante la settimana, che il telefono non squilla mentre state masticando.
E’ la prima volta, durante la settimana, che non dovete alzarvi dalla scrivania con le posate ancora in mano. 
E vedrete che il succo d’arancia stavolta non vi andrà di traverso. 
Allentate la cintura, allungate le gambe.
E respirate, che diamine! 
Una volta a settimana torna anche la domenica.