giovedì 14 aprile 2011

An untitled lamp/bear


L’arte pubblica a New York e’ nel pieno del suo splendore e, forse e’ il caso di dirlo, della sua grandezza.
Dopo le rose di Will Ryman, Park Avenue accoglie un’altra opera di grandi dimensioni. Appena qualche blocco piu’ giu’, davanti al Seagram Building, la celebre casa d’aste Christie’s ha collocato un orsacchiotto di pezza gigantesco. "Untitled (Lamp/Bear)" e’ l’opera dell’artista Urs Fischer, svizzero di origine, residente tra Zurigo e New York, noto al publico della Grande Mela per le esposizioni al New Museum di SoHo e per una sua recente opera, “Untitled (Candle)”, battuta alla casa d’asta Christie’s per un milione di dollari.
La versione newyorkese di "Untitled (Lamp/Bear)" e’ la terza di un “trittico” di installazioni create da Fischer nel 2005: un orsetto giallo e’ a Montauk NY, nel giardino di proprieta’ dell’imprenditore Adam Lindemann, mentre uno blu appartiene al manager finanziario Steven Cohen. Ma il teddy bear di Park Avenue rappresenta dei tre la versione piu’ grande. Fischer ha attinto direttamente ai ricordi di infazia per la sua realizzazione: ha chiesto ad un amico di cucirgli un orsetto di pezza, e ha trovato una fonderia di Shangai che realizzasse il prototipo in dimensioni sovrannaturali.
Il risultato e’ 22 tonnellate di bronzo per 7 metri di altezza. Trenta operai hanno lavorato all’assemblaggio e alla collocazione dell’orsetto, mentre la pavimentazione sottostante e’ stata rinforzata. La casa d’aste Christie’s ha chiesto 6 permessi alla citta’ di New York per l’installazione dell’opera, la quale verra’ battuta all’asta a Maggio, e gia’ si mormora che superera’ i 10 milioni di dollari. L'orsacchiotto rimarra’ seduto su Park Avenue fino a Settembre, per la gioia di grandi e piccini.
L’installazione “Untiteled (Lamp/Bear)” prevede oltre all’orso anche una lampada da tavolo in bachelite, che ne illumina il musetto e gli occhi a bottone. 
Trovarsi davanti a questo mastodontico orsetto di pezza crea una sensazione surreale, un’inaspettata regressione infantile. E’ un viaggio nei ricordi, nelle storie ascoltate prima di andare a dormire, nella luce sul comodino che illumina il libro di fiabe. L’orsetto accanto a noi che ascolta, e poi si addormenta, con la nostra stessa innocenza.

Lo spaesamento temporale e’ tanto piu’ forte se si contempla l’opera d’arte mentre si e’ dentro ad un taxi, magari bloccati nel traffico di Mid Town.
Le incombenze, i doveri, le responsabilita’ che l’eta’ adulta impone - cosi’ ben rappresentati dal paradosso del traffico a New York, citta’ che ha fatto della velocita’ uno stile di vita - appaiono futili al cospetto di tanta morbidezza.
La forza dell’opera e’ nella sua grandezza. Fosse un orsacchiotto di pezza di dimensioni “naturali” non lo noteremmo. Ma la grandezza richiama l’importanza di un momento: quello dell’infanzia, la scoperta del mondo, ma anche il bisogno di un posto sicuro, rappresentato dall’orso stesso.
Vedere il “teddy bear” di Park Avenue fa dimenticare il taxi e il traffico, le imcombenze e l’appuntamento mancato, il lavoro fino a tarda sera. Risuscita un bisogno fisico di liberta’ che l’infanzia in parte possiede.
Tutto quel che si vuole e’ addandonare il taxi, cosi' come le convenzioni, iniziare a camminare. Raggiunge l’orsacchiotto e magari mettersi a sedere su una sua zampa; da lassu’, tornati bambini, guardare il mondo, ricordarsi con quale sguardo dovremmo sempre guardarlo.



Nessun commento:

Posta un commento