Sulla porta della classe, una targa in ottone mostra i dettami
della “condotta accademica”, mette in guardia i maleintenzionati da ogni
tentativo di plagio o menzogna.
Viene lucidata ogni mattina.
E’ un’onta clamorosa, in America, quella che ricopre
studenti (ma anche politici, attori, giornalisti e comuni cittadini) rei di
aver imbrogliato per ottenere un vantaggio, con un “copia-incolla” o – molto
peggio - un plagio.
L’argomento è caldo perché al Stuyvesant, il liceo pubblico più
prestigioso e selettivo di New York, moltissimi studenti hanno ammesso la colpa.
Lo scandalo è scoppiato laddove a copiare non erano gli studenti più ignoranti,
bensì i più promettenti, i primi della classe, insomma quelli che in Italia non
copierebbero mai.
Hanno copiato perché un mezzo voto in più o in meno determina
il college a cui verranno ammessi, incidendo enormemente sulla loro vita e sul loro futuro. La
pressione che ricevono dalla scuola e dalla società è alta, devono esserne
all’altezza.
Ma se l’imbroglio è scoperto, la carriera – giocata su un test - è
inevitabilmente compromessa.
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