Annie aveva calcolato tutto,
studiato il percorso, puntato la meta.
Sapeva quanto tempo era necessario
per raggiungere il marciapiede, dal deli alla metropolitana.
Questione di attimi, di quella mano
rossa che iniziava a lampeggiare.
Se iniziava all'altezza della cassa
di arance, si poteva camminare come nulla fosse, indifferenti alle macchine,
continuando a leggere il giornale.
Se il rosso scattava all'altezza dei
cocomeri, era richiesto un certo slancio, piccola corsetta scomposta, sguardo
alto per studiare la traiettoria e scansare i passanti.
Se il semaforo
già lampeggiava all'altezza dell'impalcatura, c'era poco da fare:
impalati, si
saltava un turno. Prontezza di riflessi, spirito
di osservazione.
Annie sapeva riconoscere l'arrivo
dei treni, dallo spostamento d'aria nella stazione, dal fischio che si
incanalava dentro le scale, dalla vibrazione sulla
banchina.
Adesso niente è più come
prima.
I semafori fanno il conto alla
rovescia, gli schermi riportano i tempi di arrivo previsti, e un led rosso è
più veloce del fischio dei treni.
E' rivoluzione tecnologica nella
metropolitana di New York, sconfitta di ritardi, giubilo dei viandanti,
vittoria di comodità.
Trionfa la
pigrizia, soccombe la fantasia: Annie, di quella cassa di arance sul
marciapiede, non sa più che farsene.
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