martedì 21 giugno 2011

Scarpe piccole


C'e' un solo modo di stabilire se si e' diventati grandi a New York, un modo inconfutabile: si e' grandi quando le scarpe non stanno piu'.
Le scarpe sono un oggetto importante, soprattutto in adolescenza: se ne hanno poche, se ne avverte il valore. 
Nelle scarpe ci si cresce: si va a scuola e si assopora la prima liberta’; con le scarpe si salta sul letto o si corre quando si e’ felici. Quando stanno strette, e' tempo di cambiarle. Con rammarico, ma il distacco e’ superato da un gesto eclatante. 
Guai a conservarle come un cimelio, non si crescerebbe mai.

A New York le scarpe strette si prendono e si lanciano in alto, come i sogni un po’ guasti, come un viaggio finito. 
Si annodando i lacci, si individua un traliccio e via, si lanciano in cielo, poi le si guarda penzolare giu’ dal palo della luce. 
Leggenda vuole che le scarpe penzoloni appartengano a persone defunte o che segnalino aree di spaccio.
A me piace pensare che siano le scarpe di bambini cresciuti: le guardano dondolare finche’ non fa buio, poi si torna a casa che la cena e’ pronta. 
Ma le scarpe rimangono li’, appese al filo, come i giorni al passato.
Noi no, noi andiamo avanti. 
Noi oggi siamo un po’ piu’ grandi.



PUBBLICATO sul N.22 del 2 giugno 11 di A "Scarpe piccole"

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